Culti cittadini

CoroplasticaMaschera votiva. Forma convessa comprendente la fronte e tagliata sotto il labbro inferiore. Tratti fisionomici convenzionali. Occhi infossati. Argilla giallastra con inclusi neri. L’esemplare rientra nel tipo C3 della tipologia di Fregellae
Museo della città e del territorio di Cori

Raro frammento di Kylix attica a figure nere dell’ officina detta “dei Piccoli Maestri”con figura danzatrice. La decorazione è del tipo “a banda”.
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Frammento di coppa Lamboglia B 8b di ceramica a vernice nera (petites estampilles). Due frammenti ricomposti.
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Antefisse con figura maschile barbuta riproducente un tipo di genio orientale, probabilmente pertinenti alla decorazione architettonica del tempio.
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Base e piedi relativi ad una statua votiva in terracotta raffigurante un personaggio maschile ammantato.
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Votivo anatomico realizzato a stampo. Gamba – piede destro maschile. Gli arti inferiori sono presenti in percentuale notevolmente più alta rispetto agli altri ex voto del deposito recuperato dall’area del tempio detto d’Ercole e potrebbero alludere alla sfera della sanatio o suggerire l’idea del pellegrinaggio o la protezione di un felice ritorno. Generalmente i piedi hanno dita allungate con unghie a contorni rilevati e poggiano su suole. L’argilla varia di colorazione dal rosso mattone all’arancio e sempre presenta grossi inclusi neri.
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Statuina votiva in terracotta raffigurante un personaggio femminile seduto e con il capo velato.
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Lastre combacianti pertinenti un soffitto a cassettoni in calcare relativo al tempio dei Dioscuri. Il campo decorato si articola in : fila di cassettoni qudrangolari decorati da fiori a sei petali con nervatura centrale e profilo frastagliato; riquadro cassettonato maggiore riempito da losanga con rosetta centrale ad otto petali, del tutto simile alle altre piccole rosette negli spazi triangolari di risulta. Con molta probabilità il cassettonato era collocato all’interno della cella del santuario su quattro colonne corinzie. il baldacchino ricotruibile ospitava il gruppo scultoreo dei Dioscuri.
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Del nucleo di materiali provenienti dall’acropoli fanno parte quattordici piatti di Genucilia, una classe di piatti etruschi, a figure nere, su basso piede, di forma caratteristica; essi sono decorati sull’orlo con motivo di onde in nero e nel bacino con motivi ornamentali in nero
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Erma maschile barbata in marmo appartenente all’arredo scultoreo della villa romana presso località S. Giorgio a Cori
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Frammento di sima o antefissa figurata, forse pertinente alla decorazione archiettonica del tempio, con un personaggio femminile nudo e ammantato che, in fuga verso destra,viene afferrato dal braccio di un personaggio maschile posto sulle spalle.
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Copia in gesso della Minerva capitolina. La statua, oltre più di due metri, è scolpita nella tecnica dell’acrolito, con il corpo in porfido e e parti nude in marmo bianco. Della scultura originaria si conserva soltanto il torso porifeo mentre la testa è antica ma non pertinente e fu aggiunta alla fine del XVI secolo nel corso del restauro che trasformò la statua in Roma Trionfante, in vista della sua collocazione nella nicchia centrale della facciata del palazzo Senatorio. l figura, riproducente in orige Athena_Minerva, veste un chitone altocinto smanicato e un mantello drappeggiato sulle gambe. L’egida è tenuta stretta sul petto dal gorgoneion. La posizione eretta della dea, irrigidita dai completamenti cinquecenteschi, è ricca di movimento interno reso dal ritmo ascensionale delle pieghe del panneggio. La statua deriva da un modello di ambiente microasiatico databile nella prima età ellenistica. Rinvenuta in un’area prospicente il foro, probabilmente la statua faceva parte di un edificio templare non lontano dal tempio dei Dioscuri.
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Testa di statua femminile a grandezza naturale. Marmo bianco.
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Statuina votiva in terracotta raffigurante un personaggio femminile seduto e con il capo velato.
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Capitello corinzieggiante figurato con teste di divinità maschili e femminili. Forse pertinente – insieme ai più piccoli ma analoghi capitelli di Casale Stozza, del Convento di S. Oliva e della canonica di S. Maria della Pietà – ad un tempio posto sulla terrazza superiore del foro cittadino.
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Frammento di sima o antefissa a forma di testa di cavallo forse pertinente alla decorazione archiettonica del tempio.
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Base e piedi relativi ad una statua votiva in terracotta raffigurante un personaggio maschile ammantato.
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Frammenti scultorei pertinenti il gruppo statuario dei Dioscuri. Il gruppo è realizzato in marmo bianco a grana media con ogni probabilità di origine greca (pario o pentelico). Le statute non risultano lavorate da un unico blocco ma sono composte da diverse parti lavorate separatamente (mano, polso, avambraccio) e poi unite fra di loro attraverso perni metallici. le parti appartenenti ai cavalli presentano una superficie realizzata con piccole linee incise, a rappreentare la peluria degli animali. Il modesto numero di pezzi recuperati e la loro conservazione frammentaria ha permesso di eleaborare una ricostruzione ipotetica: i due gemelli sono raffigurati stanti e accompagnati da cavallo come lo schema iconografico dei Dioscuri del Campidoglio. La perfetta conservazione delle superfici induce a ritenere che si trovasse in un luogo coperto, probabilmente entro il baldacchino collocato nella cella centrale del tempio (le dimensioni dei Dioscuri di Cori non sono incompatibili con questa collocazione). Difficile definire con precisione la cronologia della scultura anche se non si può escludere che la sua realizzazione sia contemporanea alla ricostruzione del tempio relativa alla fine del II inizio I secolo a. C.
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Coroplastica. Testa maschile velata con capigliatura a ciocche ondulate.Occhi con pupille a rilievo. Mento con fossetta centrale. La superficie sembra ingobbiata e tracce di sovradipintura si intravedono tra i capelli e all’interno del velo. Argilla giallastra con grossi inclusi neri e marroni. Le presenze nel doposito di teste votive maschili e femminili velate o di offerenti di varie fogge e dimensioni, in piedi o sedute, raffigurano i devoti che partecipano al rito religioso secondo schemi standardizzati o con singolari caratterizzazioni fisiognomiche di sapore popolaresco.
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